Quando in una famiglia si verifica il decesso di un componente percettore di pensione di anzianità bisogna far fronte non solo al dolore della perdita del proprio caro ma anche alla diminuzione delle entrate mensili, con conseguente riduzione del budget familiare.
Per questo motivo, il nostro ordinamento giuridico prevede l’istituto denominato “pensione ai superstiti”, altrimenti noto come pensione di reversibilità, che consiste nell’erogazione di una quota parte dell’assegno pensionistico al quale aveva diritto il deceduto a un familiare, nello specifico il coniuge o i figli.
Questo avviene, però, a determinate condizioni, che andremo ad approfondire in questo articolo. Vedremo, inoltre, qual è il funzionamento della reversibilità nell’ambito dei fondi pensione negoziali, come il Fondo Telemaco.
Pensione ai superstiti: pensione di reversibilità e pensione indiretta
Come specificato sul sito dell’INPS, il principale ente previdenziale pubblico, la pensione ai superstiti si divide in due tipologie:
- pensione di reversibilità: trattamento pensionistico riconosciuto in caso di decesso del pensionato in favore dei familiari superstiti;
- pensione indiretta: trattamento riconosciuto in favore dei familiari in caso di decesso di un soggetto assicurato che non aveva ancora maturato i requisiti per andare in pensione.
Facciamo un po’ di chiarezza.
1. Pensione di reversibilità
La pensione di reversibilità prevede il trasferimento dell’assegno a cui aveva diritto il soggetto deceduto, ma in misura ridotta rispetto al totale, secondo alcune tabelle fissate dall’INPS, come vedremo in seguito.
È importante sottolineare, però, che non tutti hanno diritto alla pensione di reversibilità, in quanto il principio alla base di questa misura è la condizione di non autosufficienza economica del familiare beneficiario.
Insomma, se il familiare è abile al lavoro e percepisce un reddito sufficiente, non può accedere alla pensione di reversibilità.
2. Pensione indiretta
Anche se si utilizza il termine pensione, in realtà la pensione indiretta non risponde esattamente alle medesime logiche di quella di reversibilità per una differenza sostanziale: si applica nel caso in cui l’assicurato – ovvero il soggetto iscritto all’ente previdenziale – è deceduto mentre era ancora in età lavorativa.
Nello specifico, la pensione indiretta è riconosciuta nel caso in cui l’assicurato abbia perfezionato 15 anni di anzianità assicurativa e contributiva, ovvero 5 anni di anzianità assicurativa e contributiva, di cui almeno 3 anni nel quinquennio precedente la data del decesso.
Vediamo, ora, chi ha diritto a usufruire della pensione ai superstiti (reversibilità e indiretta).
Chi ha diritto alla pensione di reversibilità
La pensione ai superstiti, in entrambe le tipologie (reversibilità e indiretta), si rivolge ai familiari del soggetto deceduto.
In particolare, può essere richiesta:
- dal coniuge o dall’unito civilmente;
- dal coniuge separato;
- dal coniuge divorziato, ma solo se è presente un assegno di mantenimento, se non si è risposato e se la data di sottoscrizione dell’assicurazione è precedente al divorzio. Se il deceduto si è risposato dopo il divorzio, sarà il tribunale a stabilire come dividere l’assegno tra il nuovo coniuge e il precedente;
- dai figli minorenni alla data del decesso;
- dai figli inabili al lavoro e a carico del genitore al momento del decesso, indipendentemente dall’età;
- dai figli maggiorenni studenti, a carico del deceduto, che non svolgono attività lavorativa e frequentano la scuola o un corso di formazione professionale, entro il 21° anno di età;
- dai figli maggiorenni studenti, a carico del deceduto, che non lavorano e che frequentano l’università, nei limiti della durata legale del corso di studi e non oltre il 26° anno di età;
- dai genitori del deceduto, in assenza di coniuge e figli o nel caso in cui questi ultimi non ne abbiano diritto;
- dai fratelli celibi e le sorelle nubili dell’assicurato o pensionato che, al momento della morte di quest’ultimo, siano inabili al lavoro, non siano titolari di pensione, siano a carico del lavoratore deceduto, in assenza di genitori, coniuge e figli aventi diritto.
Di recente la Corte Costituzionale, con la sentenza n. 88/2022, ha esteso l’accesso alla pensione di reversibilità anche ai nipoti maggiorenni orfani e inabili al lavoro.
Come accennato prima, affinché si possa beneficiare dell’assegno di reversibilità è necessario non essere economicamente autosufficiente e vivere, al momento della sua dipartita, a carico del deceduto.
A quanto ammonta la pensione di reversibilità
Nel caso in cui a usufruire della reversibilità sia il coniuge, le tabelle fissate dall’INPS sono le seguenti:
- coniuge solo, 60%;
- coniuge + 1 figlio, 80%;
- coniuge + 2 o più figli, 100%.
Laddove, invece, l’assegno andasse direttamente ai figli, oppure ai genitori, ai fratelli e/o alle sorelle, le tabelle prevedono:
- 1 figlio, 70%;
- 2 figli, 80%;
- 3 o più figli, 100%;
- 1 genitore, 15%;
- 2 genitori, 30%;
- 1 fratello o sorella, 15%;
- 2 fratelli o sorelle, 30%.
La pensione ai superstiti decorre dal primo giorno del mese successivo a quello del decesso del pensionato o dell’assicurato.
Pensione di reversibilità e Fondo Telemaco
Anche nell’ambito della pensione complementare è prevista, a determinate condizioni, l’erogazione della reversibilità di quanto accumulato dall’iscritto.
Nel caso del Fondo Telemaco, le opzioni sono le seguenti:
- riscatto totale: in caso di morte dell’aderente prima di andare in pensione, la posizione individuale viene riscattata dai beneficiari designati dall’iscritto o, in mancanza, dagli eredi. In assenza anche di questi ultimi, la posizione resta acquisita a Telemaco e viene distribuita tra tutti gli iscritti;
- rendita al 100% reversibile: pagamento immediato di una rendita all’aderente finché rimane in vita. In caso di suo decesso, l’intero importo della rendita, o una sua frazione pari al 60%, 70% o 80%, verrà pagato al beneficiario designato (reversionario), se superstite e finché in vita. La rendita si estingue con il decesso di quest’ultimo. Tale rendita è adatta per chi desidera proteggere in particolare un superstite dall’eventuale perdita di una fonte di reddito in caso di decesso. Il reversionario designato non può essere modificato dopo l’avvio dell’erogazione della prestazione.
Per saperne di più, consulta il Documento sulle rendite.
Il Fondo Telemaco consente la designazione di più beneficiari della propria rendita pensionistica, ricordando però che la sua entità si ridurrà in proporzione al numero e soprattutto all’età dei beneficiari che verranno effettivamente designati.
Ricordiamo inoltre che, a partire dallo scorso luglio, gli iscritti possono modificare, eliminare o aggiungere i soggetti designati online grazie alla nuova Area riservata aderenti.
Per maggiori informazioni, invitiamo a consultare il sito www.fondotelemaco.it.