L’incertezza finanziaria in età pensionistica purtroppo sembra crescere sempre più con il passare degli anni. Chi oggi lavora, a parità di condizioni (anni lavorati e contributi versati), con tutta probabilità percepirà una pensione pubblica più contenuta rispetto ai pensionati attuali.
Dunque, in che modo contenere, mitigare e contrastare l’incertezza finanziaria futura?
In questo articolo analizzeremo le ragioni che rendono l’assegno pubblico sempre meno sufficiente ad affrontare il momento della pensione, per poi scoprire quali sono le possibili soluzioni, a partire dall’adesione alla previdenza complementare.
Vedremo, poi, quali sono gli altri accorgimenti da porre in essere per preparare con serenità il passaggio a una fase della vita delicata, che necessita di una opportuna pianificazione in ogni suo aspetto.
Perché la pensione pubblica non basta più
Con la sola pensione pubblica, l’incertezza finanziaria in età pensionistica è pressoché certa.
Se fino a qualche decennio fa il momento della pensione arrivava relativamente presto, e con un assegno che si discostava di poco dall’importo dell’ultimo stipendio, oggi non è più così e in futuro la situazione potrebbe peggiorare ancora.
I motivi sono molteplici, proviamo a sintetizzarli:
- le pensioni pubbliche si basano sul sistema a ripartizione, cioè che prevede che i contributi dei lavoratori siano utilizzati per pagare le pensioni dei pensionati attuali, sistema che funziona bene quando la popolazione è giovane e in continua crescita, ma oggi nessuna di queste due condizioni è vera (la popolazione nel nostro Paese invecchia e calano le nascite);
- gli assegni pensionistici pubblici sono passati dal calcolo retributivo, per cui si determinava l’importo della pensione sulla base dell’ultima retribuzione, al calcolo contributivo, che si basa sugli effettivi contributi versati, con una conseguente diminuzione degli importi erogati ai pensionati in una fase storica in cui la discontinuità lavorativa è la nuova normalità;
- quest’ultimo punto è confermato dall’andamento del tasso di sostituzione, cioè il rapporto tra l’ultima retribuzione e il primo assegno pensionistico, che si va progressivamente contraendo.
Occorre dunque correre ai ripari e farlo prima possibile, in modo da sfruttare tutti i vantaggi derivanti dal fattore tempo.
Leggi anche il nostro articolo Tasso di sostituzione pensione: cos’è e come si calcola.
Perché la previdenza complementare aiuta a ridurre l’incertezza finanziaria futura
La prima e più importante opzione da valutare per ridurre l’incertezza finanziaria è la previdenza complementare e, nello specifico, i fondi pensione negoziali come Telemaco.
Le ragioni per cui si tratta della prima scelta da fare sono molteplici, in particolare le seguenti:
- la previdenza complementare, a differenza di quella pubblica, applica un sistema a capitalizzazione individuale, che accumula i contributi degli aderenti sulla propria posizione individuale e non li utilizza per pagare le pensioni integrative in fase di erogazione (come succede invece con il sistema a ripartizione);
- le forme di previdenza complementare sono sottoposte a una rigida normativa che ne regola le politiche di investimento, al fine di impedire che vengano poste in essere pratiche speculative ad alto rischio di perdita del capitale;
- la previsione di un sistema di vigilanza interna ed esterna, al fine di valutare il rispetto della normativa e il corretto operato dei fondi pensione;
- un articolato schema di benefici fiscali, dedicati a questa tipologia di investimenti.
L’adesione a un fondo pensione, dunque, comporta una serie di vantaggi che ben si sposano con l’investimento a lungo termine qual è quello pensionistico.
Leggi anche il nostro articolo I vantaggi della pensione integrativa per i giovani.
Cosa fare per ridurre l’incertezza finanziaria in età pensionistica
Per tutti questi motivi, l’adesione a un fondo pensione è una scelta imprescindibile ormai se si intende preservare il proprio tenore di vita nel passaggio dal lavoro al pensionamento, ma anche rispondere in maniera adeguata alle nuove esigenze che coinvolgono una persona anziana, si pensi a quelle legate alla salute e all’autosufficienza.
Per ridurre ulteriormente l’incertezza finanziaria in età pensionistica è possibile operare scelte ulteriori che esulano dal mondo propriamente previdenziale, volte a preparare il terreno a un futuro tranquillo e con meno “scossoni” possibili.
1. Casa
Arrivare al momento della pensione senza dover provvedere al pagamento del mutuo o dell’affitto è una previsione basilare per contrastare l’incertezza finanziaria.
Giungere all’età anziana con un immobile di proprietà in cui si risiede, oppure potendo contare su un contratto di affitto particolarmente agevolato (magari con un canone concordato), consente di superare agevolmente una questione basilare, quella dell’abitare, liberando risorse per tutte le altre esigenze della vita, come la spesa alimentare, i consumi energetici, le spese sanitarie e tutto quanto necessario a vivere serenamente.
2. Debiti
Abbiamo già citato il mutuo in relazione alla casa di residenza, ma tra i debiti possono essere presenti anche finanziamenti di vario genere, cartelle esattoriali, ecc.
Queste forme di indebitamento sono alquanto fisiologiche nella vita di una persona e nella stragrande maggioranza dei casi rappresentano uno strumento necessario al raggiungimento di determinati obiettivi (acquisto prima casa, ristrutturazioni, avviamento di una attività, ecc.).
Detto questo, in vista del pensionamento è importante avere un quadro chiaro della propria situazione debitoria e fare un piano di rientro in modo da gravare meno possibile sull’assegno pensionistico, che potrebbe essere insufficiente per il pagamento delle rate rispetto a quanto consentiva lo stipendio.
3. Assicurazione sanitaria
Dotarsi di una buona assicurazione sanitaria, che integri la risposta della sanità pubblica alle esigenze di visite, accertamenti e terapie, è un’ottima soluzione per non trascurare la propria salute. Sempre più spesso, infatti, si rinuncia alla prevenzione e ai regolari accertamenti perché il sistema sanitario nazionale non ha spazi immediati e presenta lunghe liste di attesa.
Arrivare alla terza età con la salute il più possibile sotto controllo, può portare a minori disagi e possibili risparmi in visite e terapie future.
4. Long Term Care
Long Term Care – che potremmo tradurre con “cure a lungo termine” – è un concetto assicurativo che fa riferimento al rischio di non autosufficienza, alla possibilità, cioè, che in età avanzata si sviluppino patologie che limitano fortemente l’autonomia della persona anziana, che dunque potrebbe necessitare di cure costanti e di assistenza anche nello svolgimento di attività basilari quali vestirsi, lavarsi e mangiare.
Nello specifico, segnaliamo che tra le possibili prestazioni dopo il pensionamento riconosciute da Fondo Telemaco, troviamo proprio la cosiddetta rendita Long Term Care, che raddoppia rispetto a quella normalmente riconosciuta qualora sopraggiungano situazioni di non autosufficienza, per tutto il periodo di loro permanenza.
Conclusioni
Come abbiamo visto, sono molteplici le iniziative che fin da giovani e giovanissimi si possono prendere in modo da pianificare un futuro pensionistico protetto e sereno.
I fondi pensione negoziali rispondono a buona parte di queste esigenze, attraverso politiche di investimento mirate e una normativa che tutela questa forma di risparmio che rappresenta un pilastro del sistema previdenziale italiano. Fondo Telemaco, in particolare, è il fondo pensione negoziale di riferimento del Settore delle Telecomunicazioni. Per saperne di più sulle modalità di adesione, visita la pagina dedicata sul sito web.
Messaggio promozionale riguardante forme pensionistiche complementari. Prima dell’adesione leggere la Parte I “Le informazioni chiave per l’aderente” e l’Appendice “Informativa sulla sostenibilità” della Nota informativa.