La Legge di Bilancio 2024 è stata approvata il 30 dicembre 2023 in via definitiva da entrambe le Camere del nostro Parlamento. Un parte consistente della Legge n. 2013/2023 si concentra sul nodo pensioni pubbliche, un tema cruciale per il nostro Paese, che presenta un progressivo invecchiamento della popolazione.
In questo articolo vedremo, una per una, tutte le novità previste per il 2024, a partire da Quota 103, che rispetto al 2023 diventa di più complessa fruizione e con maggiori penalizzazioni dal punto di vista finanziario.
Passeremo, poi, a Opzione donna e APE sociale, per analizzare, infine, tutte le altre modifiche all’attuale sistema pensionistico pubblico.
1. Quota 103 con correzioni
È stata confermata anche per il 2024 la cosiddetta Quota 103, che consente di andare in pensione in anticipo se in presenza di due requisiti minimi contemporaneamente: 62 anni di età anagrafica e 41 anni di contributi versati.
Tuttavia, vengono apportate alcune correzioni alla normativa vigente:
- la finestra, il periodo cioè tra la maturazione dei requisiti e l’uscita effettiva dal mondo del lavoro, passa dagli attuali 3 mesi a 7 mesi per i lavoratori privati e da 6 mesi a 9 per i pubblici, il che significa che per il 2024 potranno uscire soltanto coloro che abbiano compiuto 62 anni entro maggio (privati) o marzo (pubblici), con una evidente restrizione della platea interessata;
- è stato fissato il divieto di cumulo con altri redditi da lavoro oltre i 5 mila euro;
- viene penalizzato l’importo dell’assegno, dal momento che verrà calcolato con il metodo contributivo anche per gli anni maturati nel retributivo (cioè per i lavoratori in attività da prima del 1996);
- l’importo della pensione non dovrà superare di 4 volte l’importo della pensione minima, fino al raggiungimento dei requisiti per la pensione di vecchiaia (a oggi 67 anni di età);
- chi decide, pur avendo i requisiti per Quota 103, di restare al lavoro, può ottenere il cosiddetto bonus Maroni, cioè l’aggiunta allo stipendio della parte di contributi a carico del lavoratore, che il datore verserà al lavoratore anziché all’INPS.
Finestre più ampie e ricalcolo contributivo, dunque, rendono per il 2024 più complesso e meno conveniente il ricorso a Quota 103 rispetto a quanto previsto per il 2023.
Ricordiamo, infine, che permane il divieto di cumulo con altri redditi, a eccezione delle prestazioni occasionali entro il limite dei 5.000 euro annui.
2. APE sociale
Prorogata per il 2024 anche l’APE sociale, cioè l’anticipo pensionistico riservato a coloro che si trovano in condizioni di disagio:
- disoccupati;
- caregiver di familiari con disabilità;
- persone con un’invalidità pari ad almeno il 74%;
- coloro che svolgono lavori gravosi, ad esempio operai edili, badanti, autisti di mezzi pesanti, insegnanti d’asilo o infermieri ospedalieri.
Tuttavia, anche in questo caso ci sono delle modifiche a quanto previsto per il 2023: non si accede più a 63 anni ma a 65 anni e 5 mesi, con 36 anni di contributi. Quest’ultimo requisito scende a 30 anni per disoccupati, invalidi e caregiver.
Vediamo le caratteristiche finanziarie dell’APE Sociale:
- l’assegno non può superare l’importo massimo di 1.500 euro lordi mensili;
- sono previste 12 mensilità, dunque non è prevista la tredicesima;
- non è possibile cumulare l’APE con redditi da lavoro dipendente o autonomo, mentre si possono svolgere prestazioni occasionali nel limite massimo di 5.000 euro lordi all’anno.
Queste regole restano operative fino al raggiungimento del requisito anagrafico per la pensione di vecchiaia, cioè i 67 anni di età.
3. Opzione donna
Come le precedenti, anche Opzione donna, la pensione anticipata riservata alle lavoratrici, viene prorogata per un altro anno, ma con l’introduzione di ulteriori restrizioni che limitano la platea delle richiedenti.
Innanzitutto, anche per le lavoratrici che hanno iniziato la contribuzione prima del 1996, il ricalcolo dell’assegno avviene interamente con il metodo contributivo, che rispetto al retributivo comporta una penalizzazione che oscilla tra il 20 e il 25%.
Inoltre, hanno diritto ad accedere a Opzione donna le lavoratrici, dipendenti e autonome, che:
- hanno almeno 59 anni di età (non più 58) se hanno almeno due figli, 60 anni (e non più 59) se hanno almeno un figlio, 61 anni (e non più 60) se non hanno figli;
- hanno almeno 35 anni di contributi versati;
- rientrano in almeno una delle seguenti categorie: donne con invalidità pari almeno al 74%, caregiver, disoccupate.
Tutte le altre novità sulle pensioni per il 2024
Vediamo, adesso, tutte gli altri provvedimenti inseriti nella Legge di Bilancio 2024 che riguardano le pensioni.
1. Pensione di vecchiaia
Anche nel 2024 il requisito anagrafico per accedere alla pensione di vecchiaia è pari a 67 anni. Si tratta dell’età pensionabile che potremmo definire “ordinaria”, cioè quella a cui si può lasciare il lavoro senza accedere ad alcun anticipo, come stabilito dalla Riforma Fornero, e che riguarda tutti: uomini, donne, lavoratori pubblici, privati, dipendenti e autonomi.
Per accedervi resta il requisito minimo contributivo di 20 anni.
I lavoratori appartenenti al sistema contributivo, che cioè hanno il primo contributo versato o accreditato dopo il 31 dicembre 1995, devono avere un requisito aggiuntivo: dal 1° gennaio 2024 l’accesso alla pensione è subordinato al raggiungimento di un importo soglia pari all’Assegno Sociale INPS (534,41 euro per il 2024).
2. Pensione anticipata
Per accedere alla pensione anticipata occorre conseguire un requisito contributivo, che differisce a seconda del genere:
- 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini;
- 41 anni e 10 mesi per le donne.
Per i lavoratori autonomi occorre aggiungere altri 6 mesi in più.
È stata poi confermata la finestra di 3 mesi per la decorrenza della pensione: ad esempio, chi ha maturato i requisiti a gennaio, può andare in pensione ad aprile.
3. Anticipo precoci
I lavoratori che hanno iniziato da minorenni possono anticipare la pensione una volta raggiunti i 41 anni di contributi, purché:
- prima dei 19 anni di età abbiano lavorato per almeno 12 mesi;
- rientrino tra le categorie disagiate previste per l’APE sociale.
4. Lavori gravosi
Per le medesime categorie di lavoratori che possono accedere ad APE sociale e anticipo precoci (ad esempio operai edili, badanti, autisti di mezzi pesanti, insegnanti d’asilo, o infermieri ospedalieri), è prevista anche la possibilità di un’uscita anticipata per coloro che svolgono i cosiddetti “lavori gravosi”, con:
- 36 anni di contributi;
- 66 anni e 7 mesi di età.
5. Lavori usuranti
Per coloro che svolgono lavori usuranti – attività più pesanti di quelle gravose, come quelle in una cava, una miniera, in spazi ristretti o ad alte temperature, per fare degli esempi -, dal 2024 al 2025 si prevede la possibilità di un’uscita anticipata a quota 97,6, dunque con:
- 61 anni e 7 mesi di età;
- 35 anni di contributi.
Conclusioni
Sebbene la Legge di Bilancio 2024 abbia dedicato ampio spazio alle pensioni, ne emerge un quadro con opportunità assai limitate per l’uscita dal mercato del lavoro prima dei 67 anni.
La Legge ha, di fatto, ristretto le maglie rispetto agli anni precedenti, allontanando per molte e molti il momento del pensionamento.
In questo quadro, che denota incertezza sul fronte della previdenza obbligatoria, la previdenza complementare, e dunque anche i fondi pensione negoziali come Telemaco, si confermano sempre più dei pilastri a cui ogni lavoratore dovrebbe far riferimento per costruire il proprio futuro e gestire attivamente il risparmio previdenziale.
Per approfondire questo tema vai alla nostra guida Quali valutazioni fare prima di aderire a un fondo pensione.
Messaggio promozionale riguardante forme pensionistiche complementari – prima dell’adesione leggere la Parte I ‘Le informazioni chiave per l’aderente’ e l’Appendice ‘Informativa sulla sostenibilità’, della Nota informativa.