La previdenza complementare, che si affianca a quella pubblica e obbligatoria, si fonda sul sistema di capitalizzazione individuale. Esso si basa sull’accantonamento dei contributi dell’aderente sulla propria posizione individuale, per andare a costituire, unitamente ai rendimenti e al netto di spese e imposte, il montante che determina l’importo della pensione integrativa futura.
In questo articolo vedremo cos’è il sistema di capitalizzazione individuale e come funziona l’accumulo di contributi e rendimenti, andando a indagare il legame tra questo sistema e il calcolo dell’interesse composto, che comporta indubbi vantaggi per chi sceglie di aderire a un fondo pensione negoziale, in particolare se l’adesione avviene in giovane età.
Infine, proporremo una comparazione con il sistema a ripartizione tipico della previdenza obbligatoria, che mostra sempre di più i propri limiti.
Cos’è il sistema a capitalizzazione individuale?
La capitalizzazione individuale è il meccanismo finanziario con cui operano le diverse forme di previdenza complementare, come i fondi pensione negoziali.
In questo meccanismo, i contributi versati da ogni singolo aderente affluiscono in appositi “conti”, la posizione individuale, e vengono investiti nei mercati finanziari per generare dei rendimenti.
Contributi e rendimenti, al netto di spese e imposte, sono accumulati nel fondo pensione direttamente in capo all’aderente, aumentando così il valore finanziario di quanto accantonato.
Inoltre, come vedremo nel dettaglio nei prossimi paragrafi, anziché essere pagati o riscossi, i rendimenti ottenuti ogni anno vengono aggiunti al capitale iniziale che li hanno prodotti, generando dunque rendimenti sui rendimenti attraverso il calcolo dell’interesse composto.
Una volta raggiunti i requisiti per la pensione pubblica, il montante (ovvero l’insieme dei contributi e degli interessi accumulati) presente nella posizione individuale dell’iscritto viene erogato sotto forma di pensione integrativa, che può essere riconosciuta generalmente:
- sotto forma di rendita al 100%;
- in forma mista di rendita (minimo 50%) e capitale (massimo 50%).
L’importo può essere erogato sotto forma di capitale al 100%, ma soltanto in due casi:
- se, convertendo in rendita vitalizia il 70% del montante finale, questa risulti inferiore al 50% dell’assegno sociale;
- se l’aderente è iscritto alla previdenza complementare a partire da una data antecedente il 29 aprile 1993.
Semplificando al massimo, le posizioni individuali dei fondi pensione funzionano in maniera analoga ai conti correnti bancari, che fanno capo al loro titolare e accumulano gli interessi prodotti sul capitale.
Capitalizzazione individuale e interesse composto
Il sistema è detto “a capitalizzazione” perché, di anno in anno, capitalizza, appunto, i rendimenti ottenuti nel corso del periodo, ovvero trasforma i guadagni derivanti dagli investimenti in capitale ulteriore da investire, unitamente a tutti i contributi versati dall’aderente e ai rendimenti dei periodi precedenti.
Considerando un orizzonte temporale lungo, il montante dell’aderente a un fondo pensione negoziale come Telemaco, sarà composto da:
- TFR accumulato nel tempo;
- eventuali contributi versati mensilmente dal lavoratore mediante la busta paga;
- eventuali contributi aggiuntivi del datore di lavoro, attivati dalla contribuzione di cui al punto precedente;
- eventuali contributi una tantum dell’aderente;
- rendimenti sugli importi sopra elencati che vengono reinvestiti;
- rendimenti sui rendimenti accumulati nei periodi precedenti.
La combinazione tra metodo dell’interesse composto e orizzonte temporale disponibile, che in campo previdenziale è tipicamente lungo o molto lungo, genera un indubbio vantaggio finanziario per chi sceglie di aderire a un fondo pensione negoziale.
Per approfondire il tema dell’impiego dei contributi e dei rendimenti capitalizzati, invitiamo a leggere anche il nostro approfondimento Quali sono i comparti di investimento del Fondo Telemaco.
Qual è la differenza tra un sistema a ripartizione e un sistema a capitalizzazione?
La capitalizzazione individuale risulta molto interessante, soprattutto se messa a paragone con il metodo applicato alla previdenza obbligatoria italiana, cioè quello della ripartizione.
Nella previdenza pubblica, infatti, i contributi versati all’INPS dai lavoratori attualmente attivi non vengono conservati sui conti individuali, ma sono utilizzati per pagare le pensioni attuali.
Il sistema a ripartizione possiede queste due fondamentali e, alla condizioni attuali, problematiche caratteristiche:
- si basa su un patto tra generazioni che funziona bene soltanto se la forza lavoro è numericamente superiore ai pensionati;
- l’Istituto di previdenza non investe o accumula risorse, ma si limita a trasferirle in forma di pensioni.
Dunque, nel sistema pubblico non esistono conti individuali su cui vengono accumulati i contributi propri dei lavoratori e non vengono prodotti dei rendimenti da investimenti sui mercati finanziari. Inoltre, per reggere e funzionare correttamente, il sistema necessita di una crescita della popolazione, che invece da anni nel nostro Paese è in calo.
Il calo demografico e il progressivo invecchiamento della popolazione italiana, dunque, hanno mandato in “affanno” il sistema a ripartizione, portando la previdenza obbligatoria a subire numerose riforme, con il conseguente allontanamento nel tempo dell’età pensionabile e la riduzione degli assegni in confronto agli stipendi, conducendo a un sostanzioso calo del tenore di vita nel passaggio dal lavoro alla pensione.
Per queste motivazioni, pensare alla propria pensione integrativa diventa imprescindibile; aderire a un fondo pensione, infatti, grazie al sistema a capitalizzazione individuale, fornisce maggiori opportunità di investimento del proprio risparmio previdenziale.
Per approfondire, invitiamo a leggere anche il nostro articolo I vantaggi della pensione integrativa per i giovani.
Messaggio promozionale riguardante forme pensionistiche complementari. Prima dell’adesione leggere la Parte I “Le informazioni chiave per l’aderente” e l’Appendice “Informativa sulla sostenibilità” della Nota informativa.