Dichiarazione dei redditi ai fini IRPEF: il 45% degli italiani non ha redditi
Dichiarazione dei redditi ai fini IRPEF il 45% degli italiani non ha redditi

Dichiarazione dei redditi ai fini IRPEF: il 45% degli italiani non ha redditi

Itinerari Previdenziali, nell’undicesima edizione del suo Osservatorio sulla spesa pubblica e sulle entrate, ha evidenziato dati di grande impatto relativi alla situazione reddituale del nostro Paese.

In questo articolo esploreremo come viene condotta questa indagine, il database pubblico su cui si basa e gli obiettivi della ricerca.

Proseguiremo analizzando le principali evidenze emerse, concentrandoci sulle conseguenze sul sistema sanitario e previdenziale della “fotografia” emersa dall’indagine ed evidenziando il ruolo cruciale dei fondi pensione negoziali in un contesto economico e sociale così complesso e delicato.

Indagine sulle dichiarazioni dei redditi ai fini IRPEF

Itinerari Previdenziali ha pubblicato l’undicesima edizione dell’Osservatorio sulla spesa pubblica e sulle entrate 2024, uno studio che esamina l’entità e la composizione delle entrate fiscali, nonché il finanziamento del welfare, attraverso l’analisi delle dichiarazioni dei redditi IRPEF. L’obiettivo è valutare la situazione socio-economica del Paese e individuare le prospettive di sostenibilità a medio e lungo termine del sistema di protezione sociale.

L’indagine si basa sulle dichiarazioni dei redditi degli italiani, utilizzando come fonte il database fornito dal Dipartimento delle Finanze del Ministero dell’Economia e delle Finanze. Considerati i tempi dichiarativi, questa edizione si focalizza sulle dichiarazioni del 2023 relative ai redditi del 2022.

L’analisi dell’IRPEF (Imposta sui Redditi delle Persone Fisiche) viene condotta prendendo in esame i dati relativi alle diverse categorie di contribuenti (lavoratori dipendenti, autonomi, pensionati e altri dichiaranti), suddivisi per scaglioni di reddito e regione.

Come si compongono i redditi degli italiani?

Secondo l’Osservatorio sui redditi percepiti nel 2022, solo 32,373 milioni di contribuenti italiani, su una popolazione di 59,030 milioni, hanno presentato una dichiarazione positiva, ovvero con un reddito imponibile tale da dover pagare almeno 1 euro di IRPEF.

Dall’analisi delle dichiarazioni emergono alcuni dati significativi:

  • oltre il 50% dei dichiaranti ha un reddito lordo annuo inferiore a 15.000 euro;
  • circa la metà dei contribuenti con redditi fino a 15.000 euro non versa né tasse né contributi previdenziali;
  • il 53,19% dei contribuenti (oltre 31 milioni di persone) contribuisce con appena il 6,21% dell’IRPEF totale;
  • il 93,7% dell’IRPEF è pagato da circa il 46,5% dei contribuenti con redditi superiori a 20.000 euro.

In questo scenario, Itinerari Previdenziali stima che:

“Il grosso dell’IRPEF è pagato dal 15,26% dei contribuenti che dichiarano redditi da 35.000 euro in su, i quali si sobbarcano oltre il 63% dell’IRPEF totale e quasi il 100% delle restanti imposte dirette.”

Come intuibile, si tratta di una situazione estremamente delicata che presenta non poche criticità dal punto di vista economico-sociale e della tenuta del welfare pubblico. 

Ad esempio, dall’analisi emerge come, per garantire l’accesso alla sanità pubblica alle fasce più deboli della popolazione (cioè ai cittadini con un reddito fino a 20.000 euro lordi), sia necessario colmare un divario significativo: la spesa sanitaria pro capite, pari a 2.221 euro (su un totale di 131,103 miliardi di euro nel 2022), richiede un’integrazione di circa 60 miliardi l’anno. Questa cifra viene coperta:

  • in parte dagli altri contribuenti;
  • in parte dal debito pubblico, che, a sua volta, pesa indirettamente sui cittadini e sulle future generazioni.

Le conseguenze sul sistema previdenziale pubblico

Le analisi di Itinerari Previdenziali non si limitano a descrivere l’impatto della situazione fiscale e contributiva sul debito pubblico e sul sistema sanitario nazionale, ma mettono in luce anche gravi conseguenze per il sistema previdenziale del nostro Paese

Una realtà in cui una significativa percentuale della popolazione non versa imposte né contributi, o si trova nelle fasce di reddito più basse, rappresenta infatti un serio motivo di preoccupazione per la sostenibilità di un sistema basato sulla ripartizione, dove le pensioni attuali sono finanziate dai contributi di chi lavora.

Questa problematica si intreccia con due ulteriori sfide critiche:

  • il calo demografico, che riduce il numero di lavoratori attivi rispetto ai pensionati;
  • l’invecchiamento della popolazione, che aumenta il numero di persone che necessitano di una pensione, aggravando ulteriormente il carico per i contribuenti.

In un contesto già precario, e in assenza di interventi correttivi come un efficace e strutturale intervento volto al recupero dell’evasione fiscale, gli squilibri dichiarativi evidenziati dall’Osservatorio rischiano di compromettere la capacità del sistema pubblico di garantire un’adeguata copertura previdenziale.

In tale scenario, i fondi pensione negoziali rappresentano per i lavoratori un’opportunità concreta per tutelare il proprio tenore di vita futuro. Diversamente dal sistema pubblico basato sulla ripartizione, infatti, i fondi pensione utilizzano il meccanismo della capitalizzazione individuale, che presenta due vantaggi:

  • ogni aderente accumula, tramite i propri contributi, un capitale che finanzierà direttamente la propria pensione integrativa;
  • questo modello, che si basa unicamente sui contributi versati dall’aderente, è indipendente dall’andamento demografico, dall’invecchiamento della popolazione e dall’evasione contributiva.

In un contesto di crescente difficoltà del sistema previdenziale pubblico, ulteriormente aggravato dalla situazione reddituale e contributiva fotografata da Itinerari Previdenziali, i fondi pensione negoziali rappresentano pertanto uno strumento sempre più necessario per integrare l’assegno pensionistico pubblico e supportare le lavoratrici e  i lavoratori nel mantenimento del proprio tenore di vita al momento del pensionamento. 

Messaggio promozionale riguardante forme pensionistiche complementari – prima dell’adesione leggere la Parte I ‘Le informazioni chiave per l’aderente’ e l’Appendice ‘Informativa sulla sostenibilità’, della Nota informativa.

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