Aderire a un fondo pensione è una scelta strategica per avere una maggiore serenità economica una volta usciti dal mercato del lavoro. Tuttavia, è possibile commettere alcuni errori che potrebbero ridurre significativamente i vantaggi di questo strumento.
In questo articolo analizzeremo prima gli errori più comuni in fase di adesione, a partire dalla mancata iscrizione in giovane età. Proseguiremo poi con la mancata analisi comparata delle varie soluzioni a disposizione, che potrebbe portare a scegliere forme di previdenza complementare più costose rispetto a un fondo pensione.
Successivamente, esamineremo le criticità legate alla fase di contribuzione, come la sottovalutazione degli importi versati e degli interessanti benefici fiscali disponibili fin da subito per chi aderisce alla previdenza complementare.
Infine, ci concentreremo sugli aspetti da tenere sotto controllo nella fase di accumulo e investimento, dalla scelta del comparto al monitoraggio del fondo, fino alle possibilità di richiedere prestazioni prima del pensionamento.
1. Non aderire per tempo: perché rimandare è un errore
Uno degli errori più comuni è rimandare l’adesione a un fondo pensione, pensando erroneamente che la previdenza sia una questione da affrontare più avanti con l’età.
Molti giovani credono di avere tempo per occuparsene, ma iniziare presto, possibilmente sin dal primo impiego, permette di sfruttare un fattore cruciale in ambito finanziario: il tempo. Disporre di un lungo orizzonte temporale consente infatti di accumulare un montante più consistente grazie al sistema a capitalizzazione e all’interesse composto. Questo meccanismo permette di reinvestire ogni anno i rendimenti ottenuti, ampliando progressivamente la base di calcolo per i guadagni futuri.
Inoltre, chi rimanda l’adesione dovrà versare importi periodici più elevati per raggiungere lo stesso capitale pensionistico. Senza contare che, come vedremo, entrare in un fondo pensione da giovani offre anche la possibilità di scegliere un comparto di investimento più dinamico, con maggiori opportunità di rendimento nel lungo periodo.
Sul tema consigliamo la lettura del nostro articolo I vantaggi della pensione integrativa per i giovani.
2. Non informarsi abbastanza sui costi del fondo pensione
Le commissioni di gestione elevate possono ridurre, anche significativamente, i rendimenti di un fondo pensione nel lungo periodo. Per questo motivo, al momento dell’adesione, è fondamentale prestare attenzione ai costi applicati, confrontare le diverse opzioni disponibili e scegliere un fondo con spese competitive. Anche piccole differenze nelle commissioni possono tradursi, a fine carriera, in migliaia di euro in meno sul capitale accumulato.
Uno strumento utile per valutare i costi è l’Indicatore Sintetico dei Costi (ISC), che, come definito dalla Commissione di Vigilanza sui Fondi Pensione (COVIP), fornisce “una rappresentazione immediata dell’incidenza, sulla posizione individuale maturata, dei costi sostenuti dall’aderente durante la fase di accumulo”. Questo indicatore permette di confrontare in modo rapido e trasparente le diverse forme di previdenza complementare, aiutando il lavoratore a fare una scelta più consapevole.
Vale inoltre la pena sottolineare che i fondi pensione negoziali, come Fondo Telemaco, offrono costi decisamente più vantaggiosi rispetto ai fondi aperti e ai PIP. Questo perché sono istituiti dalle parti sociali senza scopo di lucro e operano nell’esclusivo interesse degli iscritti, il che si traduce in un ISC generalmente più basso a parità di condizioni.
3. Non aderire al fondo pensione negoziale del proprio CCNL
Molti lavoratori non sanno che il proprio Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) potrebbe prevedere un fondo pensione negoziale dedicato, che offre una serie di vantaggi significativi.
Tra questi possiamo elencare i seguenti:
- possibilità di destinare il TFR al fondo, orientandolo verso la costruzione della pensione integrativa;
- diritto di ottenere il contributo aggiuntivo del datore di lavoro, attivabile a fronte di un contributo minimo da parte del lavoratore;
- costi di gestione più contenuti rispetto a quelli previsti dalle altre forme di previdenza complementare;
- regime fiscale favorevole, come vedremo, rispetto ad altre forme di investimento a scopo previdenziale;
- adesione per i familiari a carico, ampliando così i benefici per il nucleo familiare.
Non aderire al fondo negoziale del proprio CCNL significa rinunciare a opportunità che, nel lungo periodo, possono rappresentare una sorta di “aumento di stipendio differito”. Informarsi e sfruttare questa possibilità può fare una grande differenza sull’ammontare del capitale accumulato per la pensione.
4. Non considerare i benefici fiscali
La tassazione dei fondi pensione è un aspetto cruciale nella scelta di una soluzione per integrare la pensione pubblica.
Uno dei principali vantaggi di tali enti è proprio la deducibilità fiscale dei contributi versati, fino a un massimo annuo di 5.164,57 euro. Non sfruttare questa opportunità significa rinunciare a un immediato risparmio sulle imposte.
Anche la tassazione sui rendimenti risulta vantaggiosa: i guadagni maturati nel fondo pensione sono soggetti a un’imposta del 20%, inferiore al 26% applicato alla maggior parte delle forme di risparmio finanziario. Inoltre, sulla quota di rendimento derivante dal possesso di Titoli di Stato, l’aliquota si riduce ulteriormente al 12,5%.
Infine, al momento dell’erogazione della pensione integrativa si applica una ritenuta d’imposta del 15%, ben inferiore all’aliquota IRPEF (la più bassa è pari al 23%). Inoltre, questa percentuale si riduce dello 0,30% per ogni anno di permanenza nel fondo oltre il quindicesimo, fino a un minimo del 9%.
5. Non contribuire a sufficienza al fondo pensione
Dopo l’adesione a un fondo pensione, è fondamentale riflettere con attenzione sugli importi da versare, in modo da raggiungere un capitale adeguato alle proprie esigenze future e integrare la pensione pubblica in modo efficace.
Versare contributi troppo bassi potrebbe compromettere l’accumulo necessario per ottenere un assegno pensionistico soddisfacente. Per questo motivo, è importante valutare con attenzione l’ammontare da destinare alla previdenza complementare.
Molti lavoratori, ad esempio, si limitano a versare il solo TFR, senza considerare il versamento del contributo a proprio carico che dà diritto a quello datoriale, oppure rinunciano a effettuare versamenti volontari anche una tantum. In realtà, sfruttare tutte le forme di contribuzione previste e aumentare gradualmente l’importo dei versamenti volontari può essere una strategia efficace per costruire una pensione integrativa più solida.
Sul tema consigliamo la lettura del nostro articolo Contributo del lavoratore al fondo pensione: come funziona.
6. Ignorare l’opportunità dei versamenti volontari
Come accennato, oltre ai contributi percentuali trattenuti direttamente in busta paga dal datore di lavoro, il lavoratore può valutare l’opportunità di effettuare versamenti volontari una tantum. Questi contributi aggiuntivi, che possono essere versati spontaneamente e senza vincoli di frequenza, possono risultare particolarmente utili per colmare eventuali lacune previdenziali.
Chi dispone di risorse economiche sufficienti può sfruttare questa possibilità per ottenere un duplice vantaggio: incrementare il proprio montante pensionistico e massimizzare i benefici fiscali legati alla previdenza complementare.
7. Smettere di versare troppo presto: il rischio di interrompere i contributi
La sospensione dei versamenti al fondo pensione è possibile, ma può incidere negativamente sul capitale accumulato. Anche in caso di difficoltà economiche, anziché interrompere del tutto i contributi, può essere più vantaggioso ridimensionarli o valutare soluzioni finanziarie alternative.
Smettere di versare compromette il percorso di integrazione pensionistica, rendendo più difficile raggiungere l’obiettivo prefissato.
Per questo motivo, è fondamentale riprendere i versamenti il prima possibile e considerare attentamente le diverse opzioni disponibili per gestire una fase finanziaria complessa, come l’accesso a prestiti, la riorganizzazione delle spese o il disinvestimento di altre risorse.
8. Scegliere un comparto di investimento troppo conservativo fin da subito
Destinare i propri contributi al comparto di investimento più in linea alla propria propensione al rischio e all’orizzonte temporale di riferimento è essenziale per gestire al meglio il proprio progetto di investimento a scopo previdenziale.
Alcuni lavoratori tendono a scegliere comparti di investimento eccessivamente prudenti, temendo le oscillazioni di mercato. Tuttavia, per chi ha un orizzonte temporale lungo, investire in comparti più dinamici, con un rapporto rischio/rendimento più elevato, può offrire rendimenti attesi potenzialmente più elevati nel lungo periodo. Al contrario, un portafoglio troppo conservativo potrebbe non garantire rendimenti sufficienti a integrare adeguatamente la pensione pubblica. Questo approccio, però, diventa più utile negli ultimi anni di carriera, quando la priorità è proteggere il capitale accumulato.
Per agevolare i suoi aderenti nella gestione dei comparti, Fondo Telemaco offre il Profilo Life Cycle, che consente di spostare automaticamente il montante accumulato da comparti più dinamici e potenzialmente redditizi a comparti più stabili e meno rischiosi, man mano che l’aderente si avvicina all’età pensionabile.
Grazie a questa strategia, è possibile ottimizzare la gestione della propria posizione previdenziale in modo del tutto automatico e senza alcuno sforzo, evitando l’errore di investire gli importi accumulati nel comparto meno adatto alle proprie esigenze.
Per approfondire l’argomento, invitiamo a vedere il video dedicato.
9. Non monitorare la propria posizione nel tempo
Aderire a un fondo pensione non significa dimenticarsene, ma piuttosto partecipare attivamente alla gestione dell’investimento. Come abbiamo visto, questo implica fare scelte consapevoli riguardo alla contribuzione, alla selezione del comparto e al confronto dei costi.
Inoltre, è essenziale monitorare regolarmente l’andamento della propria posizione individuale, monitorando i rendimenti, il capitale accumulato e le condizioni contrattuali, senza mai dimenticare che per questa forma di investimento l’orizzonte temporale è quello di lungo periodo.
Telemaco facilita questa attività attraverso l’Area Riservata sul proprio sito, che consente agli aderenti di accedere facilmente a tutte le informazioni e le procedure per gestire al meglio il rapporto con il Fondo, promuovendo così una partecipazione attiva al proprio progetto previdenziale.
10. Prelevare troppo presto i propri risparmi
Il fondo pensione offre diverse possibilità di anticipazione del capitale, come nel caso di spese mediche, spese legate all’acquisto o alla ristrutturazione della prima casa, ma anche a esigenze non documentate. Inoltre, in determinate circostanze, è possibile richiedere il riscatto totale o parziale del montante accumulato, ad esempio in caso di disoccupazione prolungata o inabilità al lavoro.
Tuttavia, prelevare somme prima del pensionamento può ridurre significativamente il montante finale destinato a integrare il proprio reddito. Per questo motivo, è importante valutare con attenzione le alternative a disposizione prima di richiedere un’anticipazione o un riscatto, al fine di non compromettere il proprio futuro previdenziale.
Quelli fin qui elencati sono i 10 errori da evitare nella gestione del fondo pensione. Seguire queste indicazioni aiuta a massimizzare i benefici dell’adesione al fondo pensione, contribuendo a costruire un domani più sereno.
Messaggio promozionale riguardante forme pensionistiche complementari – prima dell’adesione leggere la Parte I ‘Le informazioni chiave per l’aderente’ e l’Appendice ‘Informativa sulla sostenibilità’, della Nota informativa.