Qual è la differenza tra reddito e rendita?
Qual è la differenza tra reddito e rendita

Qual è la differenza tra reddito e rendita?

Quando si tratta di flussi finanziari per individui e famiglie, è possibile si crei un po’ di confusione rispetto ai termini utilizzati. Capita spesso, per esempio, che per reddito si intenda soltanto quello da lavoro e non anche quello da capitali, da impresa o da qualsiasi altra fonte che generi introiti in denaro.

In questo articolo vedremo che cosa si intende per reddito e quali categorie di guadagni abbraccia. Dopodiché, analizzeremo il funzionamento delle rendite, che rappresentano una particolare categoria di redditi a cui fare attenzione, soprattutto in ottica previdenziale.

Infine, vedremo che la rendita è una delle prestazioni riconosciute agli aderenti dai fondi pensione una volta raggiunti i requisiti per accedere al pensionamento pubblico.

Cos’è il reddito?

Il reddito è il denaro che una persona guadagna o riceve in un determinato periodo di tempo. Esistono diverse forme di reddito, dal momento che molteplici sono le modalità per acquisire un flusso di denaro. 

Vediamo le principali:

  • reddito da lavoro: è la forma di reddito più comune, dal momento che riguarda la maggioranza delle persone in età da lavoro. Si tratta del flusso di guadagni derivanti dalla propria attività lavorativa dipendente, libero professionale o autonoma che sia;
  • reddito d’impresa: è quello generato da un’attività commerciale o imprenditoriale. In estrema sintesi riguarda i profitti ottenuti una volta sottratti i costi aziendali e le imposte;
  • reddito da capitali: si tratta dei guadagni ottenuti al seguito dell’impiego del proprio denaro investendolo in strumenti finanziari, fondi pensione, immobili, ecc. In questo caso, il reddito può essere prodotto percependo interessi, rendimenti, utili o affitti, per fare degli esempi, ma anche ottenendo la differenza tra prezzo di acquisto e prezzo di vendita, se quest’ultimo è più elevato (in questo caso parliamo di plusvalenze);
  • reddito previdenziale o assistenziale: parliamo dei pagamenti periodici ricevuti sotto forma di pensioni, bonus, indennità o altri programmi di previdenza e assistenza pubblica;
  • royalty: in questo caso, gli introiti derivano da pagamenti ricevuti per l’uso di opere creative o proprietà intellettuale, come libri, musica, brevetti o franchising;
  • reddito da altre fonti: in questo macro gruppo racchiudiamo tutte le altre possibili fonti di reddito, quali ad esempio vincite alle lotterie o ai giochi a premi, regali per eventi speciali, sostegni economici ricevuti da associazioni o fondazioni, ecc.

Cos’è la rendita?

Vista l’ampia gamma di redditi da cui è possibile ricavare flussi finanziari per sé e per la propria famiglia, è importante sottolineare che le rendite rappresentano un sottoinsieme dei redditi

Dunque, la rendita è una forma di reddito e, nello specifico, abbraccia due categorie:

  • redditi da capitale;
  • royalty.

La rendita, di fatto, è un flusso finanziario che deriva dal nostro patrimonio investito o da accordi per la cessione (ad esempio di una nostra creazione); dunque, alla persona che ne ha diritto non è richiesto un ulteriore impegno lavorativo per ottenerla. Si tratta di un diritto maturato in forza del proprio capitale investito o di un accordo, come nel caso delle royalty. 

Semplificando, l’espressione comune “vivere di rendita” illustra in maniera molto sintetica ed efficace la loro essenza, soprattutto se contrapponiamo la rendita al reddito da lavoro.

Un particolare esempio di rendita ci riguarda direttamente: quella da pensione integrativa di un fondo pensione rappresenta infatti un flusso di denaro costante nel tempo, riconosciuto agli aderenti una volta maturati i requisiti per il pensionamento.

Fondo pensione: capitale o rendita?

Chi aderisce a un fondo pensione per ottenere una pensione integrativa può decidere in che modalità richiedere la prestazione previdenziale, purché sia in possesso dei requisiti di legge per ritirarsi dal mondo del lavoro e sia iscritto da almeno 5 anni alla previdenza complementare.

Le opzioni sono tre:

  • rendita al 100%: periodicamente si riceve la pensione integrativa;
  • 50% del montante accumulato in forma di rendita e 50% sotto forma di capitale un’unica soluzione al momento del pensionamento;
  • 100% in un’unica soluzione: soltanto in casi particolari, ovvero se l’adesione risale a una data antecedente al 29 aprile 1993,  oppure se convertendo il 70% capitale accumulato si ottiene una rendita annua di importo inferiore al 50% dell’assegno sociale (per il 2023 questo importo è pari a 503,27 euro).

In sostanza, a meno che l’aderente non abbia i requisiti per richiedere l’intero importo in capitale, la pensione integrativa viene erogata sotto forma di rendita (al 100% o al 50%), cioè come assegno periodico volto a tutelare il tenore di vita del pensionato e della sua famiglia. 

I fondi pensione negoziali come Telemaco offrono poi agli aderenti diverse opzioni di rendita, che si adattano alle specifiche esigenze dei singoli iscritti. Ad esempio c’è chi può voler tutelare i superstiti nel caso del proprio decesso, chi vuole proteggersi in caso di non autosufficienza, ecc.

Per approfondire nel dettaglio questo argomento, e quale rendita sia la migliore, leggi anche il nostro articolo Rendita fondo pensione al 100%: come funziona.

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