Gli Exchange Traded Products, o ETP, rientrano nella cosiddetta gestione finanziaria passiva, una tecnica di investimento che prevede che il gestore replichi con i propri prodotti la performance di uno o più benchmark.
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Dal momento che si tratta di diverse tipologie di strumenti, che variano a seconda degli emittenti, dell’esposizione al rischio e degli asset coinvolti, vedremo innanzitutto le caratteristiche generali degli ETP, per poi passare al dettaglio di ciascuna tipologia.
Scopriremo, infatti, quali sono le caratteristiche e come funzionano gli Exchange Traded Funds o ETF, gli Exchange Traded Notes o ETN e gli Exchange Traded Commodities o ETC.
Che cosa sono gli ETP (Exchange Traded Products)
Gli Exchange Traded Products, o ETP, sono strumenti finanziari che, attraverso la gestione passiva, consentono a chi li sottoscrive di investire su diversi asset (attività finanziarie), dalle azioni alle obbligazioni, passando per valute, materie prime o indici di borsa.
Le attività finanziarie che compongono gli ETP sono pubblicate su base giornaliera, dunque gli investitori possono sapere sempre cosa c’è nel proprio portafoglio.
Per loro natura, essi consentono agli investitori di accedere ad asset a cui il singolo investitore non potrebbe giungere in autonomia, poiché riservati alle negoziazioni di grandi fondi che gestiscono patrimoni consistenti.
Gli ETP rappresentano, inoltre, un modo per ottenere un portafoglio diversificato a costi generalmente inferiori a quelli dei fondi attivi, dal momento che questi ultimi richiedono attività puntuali di investimento e disinvestimento su singoli asset da parte di una Società di Gestione del Risparmio (SGR).
Gli ETP sono negoziati come se fossero singoli titoli azionari e la performance degli investimenti è accessibile intraday (cioè può essere monitorata nel corso della giornata), consultando i prezzi in tempo reale.
Ne esistono diverse tipologie, a seconda della loro composizione e funzionamento. Vediamoli dunque nel dettaglio.
Cosa sono gli ETF (Exchange Traded Funds)?
Gli Exchange Traded Funds, o ETF, rappresentano la tipologia di ETP più conosciuta. Sono fondi a basse commissioni di gestione negoziati in borsa, come fossero singoli titoli azionari, e offrono la possibilità di acquistare un portafoglio di investimento diversificato di asset, come azioni, obbligazioni o altri strumenti finanziari.
Il portafoglio ETF è composto in modo tale da replicare un indice di riferimento specifico, senza la necessità di acquistare singolarmente i titoli che lo compongono.
Negli Stati membri dell’Unione europea, come l’Italia, la maggior parte degli ETF è disciplinata da normative che regolano i piani d’investimento collettivi, noti come UCITS, acronimo di “undertakings for the collective investment in transferable securities” (in italiano OICVM, organismi d’investimento collettivo in valori mobiliari).
Le direttive UCITS offrono una serie di tutele agli investitori:
- segregazione degli asset, che consente di minimizzare il rischio in caso di inadempienza dell’emittente dell’ETF. In sostanza, si separano gli asset degli ETF da quelli della società di gestione;
- trasparenza, con l’obbligo di emettere determinate informazioni per gli investitori;
- limiti di diversificazione, in modo da evitare la concentrazione su un unico asset a protezione degli investimenti.
Cosa sono gli ETN (Exchange Traded Notes)?
Gli Exchange Traded Notes, o ETN, sono strumenti di debito senza garanzie in caso di insolvenza, emessi da una banca o da altre istituzioni finanziarie. A differenza degli ETF, il portafoglio degli ETN non è rappresentato dai componenti dell’indice e hanno un rischio di credito connaturato alla possibile insolvenza della controparte finanziaria.
Per chiarire meglio, in caso di inadempienza dell’emittente l’investitore potrebbe rivalersi nei confronti dell’emittente solo in qualità di creditore non garantito, che sta praticamente al fondo della gerarchia dei creditori.
Cosa sono gli ETC (Exchange Traded Commodities)?
Gli Exchange Traded Commodities, o ETC, sono legati a beni fisici e alla loro proprietà. Sono investimenti progettati in modo da seguire l’andamento dei prezzi delle relative materie prime sottostanti.
Per chiarire meglio, facciamo degli esempi:
- prodotti agricoli, quali cereali, caffè, cotone, ecc.;
- metalli industriali, come alluminio, rame, zinco, ecc.;
- energia, come petrolio, carbone, gas, ecc.;
- metalli preziosi, ad esempio oro, argento, platino, ecc.;
- bestiame;
- una composizione delle commodity elencate.
Per questa tipologia di ETP occorre essere sempre consapevoli dei rischi peculiari delle materie prime, come la volatilità dei prezzi e i fattori di mercato globali che possono influenzarle. Basti pensare, per esempio, alle possibili forti oscillazioni del prezzo del petrolio.
Gli ETC, come gli ETN, sono emessi come titoli di debito, cioè obbligazioni.
Borsa Italiana afferma:
“Il criterio che distingue gli ETN dagli ETC è esclusivamente la natura del sottostante: quando è una materia prima ci si riferisce agli ETC, mentre in tutti gli altri casi agli ETN. Entrambi gli strumenti condividono, invece, le medesime caratteristiche a proposito dell’emittente e della struttura dell’operazione.”
Inoltre gli ETC, a differenza di ETF ed ETN, non sono sottoposti ai limiti di diversificazione imposti dalla normativa UCITS e, quindi, possono riguardare singole commodity, coppie e/o panieri diversificati.
Conclusioni
In conclusione, gli ETP rappresentano opportunità di investimento molto diverse fra loro, che richiedono una buona cultura finanziaria di base in modo da poter scegliere consapevolmente se investire il proprio denaro e quale tipologia di fondo passivo è quella che più risponde alle proprie esigenze.
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