Per il biennio 2024-2025, la Legge di Bilancio 2024 ha riaperto la cosiddetta “pace contributiva”, ovvero la possibilità di recuperare eventuali buchi contributivi o vuoti contributivi, periodi in cui si è verificata la “scopertura assicurativa” oppure di fasi di attività lavorativa svolta all’estero.
In questo articolo vedremo in cosa consiste la pace contributiva e quali sono, nel dettaglio, i criteri per accedervi. Scopriremo, poi, come può essere richiesta e quali sono i termini e i tempi per i relativi versamenti.
Infine, analizzeremo le scelte di destinazione del risparmio previdenziale, inclusa quella sulla pace contributiva, valutando anche le opportunità e i vantaggi riservati a chi sceglie di aderire a un fondo pensione per i propri progetti futuri.
Cos’è la pace contributiva?
La pace contributiva è la possibilità temporanea, nel 2024 e 2025, di riscattare in tutto o in parte i cosiddetti buchi contributivi, ovvero quei periodi in cui l’assicurato INPS non ha copertura, ma che possono essere integrati al fine di:
- ampliare il montante contributivo su cui poi verrà determinato l’assegno pensionistico;
- incrementare l’anzianità contributiva utile ad accedere al pensionamento e, in alcuni casi, ad anticiparlo.
La circolare 5/2024 dell’Agenzia delle Entrate illustra nel dettaglio il provvedimento.
Per accedere a questa possibilità occorre essere:
- lavoratori pubblici e privati;
- iscritti alle gestioni INPS dipendenti o autonomi o alle forme sostitutive (Fondi speciali come fondo telefonici, fondo elettrici, fondo trasporti, Fondo Dirigenti d’Azienda ex INPDAI; Fondo Volo; Fondo di Previdenza dello Spettacolo);
- titolari di versamenti avviati a partire dal 1° gennaio 1996, quindi soggetti al calcolo della pensione con metodo interamente contributivo.
Dunque, sono esclusi i lavoratori con maggiore anzianità che hanno iniziato a versare i propri contributi prima del 1996.
Inoltre, possono essere riscattati, in tutto o in parte, nella misura massima di cinque anni anche non continuativi, soltanto i contributi precedenti al 29 gennaio 2019, quindi all’interno di un intervallo temporale ben preciso.
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Come accedere alla pace contributiva?
La domanda può essere fatta direttamente dall’interessato, ma anche dai suoi superstiti o parenti e affini entro il secondo grado (ad esempio un genitore).
L’importo da versare si determina sulla base delle regole stabilite dal D.Lgs. 184/1997, cioè applicando le aliquote contributive vigenti nel periodo che si intende riscattare.
Per i lavoratori del settore privato il versamento può essere fatto dal datore di lavoro, attraverso i premi di produzione spettanti al lavoratore stesso. In questo caso occorre ricordare che:
- per l’impresa, il versamento rappresenta un costo fiscalmente deducibile;
- per il lavoratore, l’importo versato a suo nome non rientra nel reddito fiscalmente imponibile.
Il versamento può essere effettuato:
- in unica soluzione;
- oppure dilazionato in un massimo di 120 rate mensili, ciascuna di importo non inferiore a 30 euro, senza applicazione di interessi.
La rateazione, tuttavia, non può essere concessa nei casi in cui i contributi da riscatto:
- debbano essere utilizzati per la immediata liquidazione della pensione;
- siano determinanti per l’accoglimento di una domanda di versamenti volontari.
La domanda può essere fatta esclusivamente online, accedendo con le proprie credenziali SPID al servizio INPS dedicato al Riscatto dei periodi non coperti da contribuzione. In alternativa, è possibile rivolgersi ai patronati che possono inoltrare la richiesta attraverso i propri servizi telematici.
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Buchi contributivi e fondo pensione
Abbiamo spiegato che la pace contributiva non è un’operazione gratuita, ma presuppone l’effettivo versamento dei contributi calcolati sulla base delle regole del periodo da riscattare.
Dunque, scegliere di fare domanda rende necessaria una serie di valutazioni circa la destinazione del proprio risparmio previdenziale a questo scopo.
Innanzitutto, occorre chiedersi per quali motivi si intende riscattare questo periodo: per aumentare l’importo della pensione futura? Per anticipare il momento della pensione? Per entrambe le ragioni?
Qualunque sia la risposta del singolo assicurato INPS, occorre mettere sul piatto un ulteriore fattore: il denaro destinato alla pace fiscale può essere indirizzato, in maniera profittevole, ad altre soluzioni previdenziali, come un fondo pensione negoziale.
Dunque, è importante fare valutazioni approfondite sulla convenienza delle diverse opzioni disponibili, in modo da ottimizzare la propria situazione previdenziale pubblica, ma anche complementare, in modo da massimizzare i benefici disponibili.
Sul fronte della previdenza complementare, occorre ricordare che aderire a un fondo pensione negoziale come Telemaco consente di accedere a una serie di vantaggi molto interessanti, peraltro “potenziati” in caso di adesione in giovane età tra cui, ad esempio, la possibilità di destinare i propri contributi al Profilo Life Cycle, che destina in automatico le risorse versate al comparto, o alla combinazione di comparti, più adatti in base al rapporto rischio-rendimento e alla distanza dal pensionamento dell’iscritto.
In conclusione, occorre sempre essere consapevoli che le scelte previdenziali necessitano di attente valutazioni per analizzare le possibili conseguenze di decisioni prese nel tempo, e che, in prossimità del pensionamento, possono fare la differenza, sia in termini di tempistiche sia dal punto di vista finanziario.
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