La rivalutazione delle pensioni pubbliche è un meccanismo previsto dal nostro ordinamento per adeguare parzialmente i redditi dei pensionati all’inflazione, ovvero all’aumento generalizzato dei prezzi.
In questo articolo approfondiremo il significato di questa pratica e le ragioni per cui viene applicata ogni anno agli assegni pensionistici. Analizzeremo poi il funzionamento di questo sistema, sottolineando che l’adeguamento non viene applicato integralmente a tutte le pensioni, ma diminuisce progressivamente al crescere del reddito percepito.
Esamineremo quindi le aliquote previste per gli assegni pensionistici del 2025, in base ai diversi livelli di reddito.
Infine, parleremo di come la pensione integrativa possa offrire un sostegno aggiuntivo al reddito dell’aderente, contribuendo a contrastare l’aumento del costo della vita e a “compensare” l’adeguamento parziale previsto per la pensione pubblica.
Cosa si intende per rivalutazione delle pensioni?
La rivalutazione delle pensioni, nota anche come perequazione automatica o indicizzazione, è un meccanismo previsto dalla normativa italiana per preservare il potere d’acquisto delle pensioni pubbliche dall’effetto dell’inflazione, ovvero l’aumento dei prezzi al consumo che, senza adeguamenti, rischierebbe di impoverire i pensionati.
Questo sistema automatico, pensato dal legislatore per tutelare i redditi dei pensionati, si basa sui dati elaborati dall’ISTAT, che – tra le altre cose – monitora l’andamento dei prezzi e dell’inflazione.
Il principio è semplice: quando il costo della vita aumenta, le pensioni devono essere adeguate per consentire ai pensionati di far fronte alle spese quotidiane. Tuttavia, l’adeguamento non è uguale per tutti. Gli assegni più elevati subiscono incrementi inferiori rispetto a quelli più bassi, il che significa che non tutte le pensioni crescono in linea con l’inflazione.
Come funziona l’indicizzazione delle pensioni?
La rivalutazione delle pensioni segue un criterio progressivo, con percentuali di adeguamento che variano in base all’importo dell’assegno: le pensioni di importo più basso vengono rivalutate interamente rispetto all’inflazione, mentre quelle più alte ricevono incrementi parziali.
Questo approccio è funzionale a contenere i costi del sistema previdenziale, messo sotto pressione dal calo demografico e dall’invecchiamento della popolazione.
Nel 2024, ad esempio, le pensioni più basse hanno beneficiato di un incremento fino al 5,4%, mentre quelle superiori a sei volte il minimo INPS hanno ricevuto solo un aumento dell’1,73%, cioè un terzo dell’aumento dei prezzi.
Quindi, il sistema prevede una scala progressiva che riduce gradualmente la percentuale di rivalutazione con l’aumentare dell’importo della pensione.
Questo sistema garantisce un adeguamento pieno ai pensionati con assegni più bassi, limitando invece l’impatto economico per quelli con importi più elevati.
Quanto verranno rivalutate le pensioni nel 2025?
Il Ministero dell’Economia e delle Finanze, di concerto con il Ministero del Lavoro, ha emanato il decreto interministeriale del 15 novembre 2024, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale il 27 novembre 2024, che stabilisce la perequazione automatica delle pensioni con decorrenza dal 1° gennaio 2025. La rivalutazione delle pensioni, sulla base dei dati ISTAT relativi all’inflazione del 2024, ammonta allo 0,8%
Questo aumento risulta significativamente inferiore rispetto a quello riconosciuto nel 2024, un anno influenzato dalla forte inflazione registrata tra il 2022 e il 2023. La diminuzione del tasso di inflazione per il 2025 comporta quindi un adeguamento più contenuto degli assegni pensionistici.
L’incremento sarà distribuito secondo il meccanismo di perequazione progressiva e, nel dettaglio, prevede i seguenti scaglioni:
- 0,8% (100% della rivalutazione) più una indicizzazione straordinaria del 2,2%, per le pensioni non superiori al trattamento minimo, pari a 599 euro lordi al mese al 31 dicembre 2024;
- 0,8% (100% della rivalutazione) per le pensioni fino a 4 volte il minimo INPS, dunque per la parte dell’assegno che arriva fino a 2.394 euro lordi al mese;
- 0,72% (90% della rivalutazione) per le pensioni tra 4 e 5 volte il minimo INPS, dunque per l’importo dell’assegno che va da 2.394 a 2.993 euro lordi al mese;
- 0,6% (75% della rivalutazione) per le pensioni sopra le 5 volte il minimo INPS, dunque per la parte dell’assegno che supera i 2.993 euro lordi al mese.
In sostanza, il sistema progressivo per scaglioni funziona in maniera analoga a quello applicato al calcolo dell’IRPEF.
Rivalutazione pensioni: come integrare il reddito?
Abbiamo visto come, pur prevedendo un adeguamento delle pensioni pubbliche all’inflazione, il nostro ordinamento non garantisca a tutti i pensionati il 100% della rivalutazione.
Questo dimostra che la rivalutazione, da sola, non è sufficiente a tutelare il proprio tenore di vita in pensione. Per affrontare questa sfida, è necessario adottare un approccio più strutturato, che includa, tra le soluzioni, l’adesione a un fondo pensione. Questa scelta offre diversi vantaggi:
- integrare la pensione pubblica con una entrata aggiuntiva;
- usufruire di vantaggi fiscali su contributi, rendimenti e prestazioni;
- scegliere la linea di investimento più adatta alle proprie esigenze, ad esempio puntando su opzioni a maggior rendimento potenziale in giovane età e preferendo investimenti più sicuri con l’avvicinarsi alla pensione, potendo anche contare sul passaggio automatico offerto dal profilo Life Cycle;
- accedere a un investimento previdenziale a costi contenuti, grazie alla natura senza scopo di lucro dei fondi pensione negoziali, come Telemaco, che operano nell’interesse esclusivo degli iscritti.
In merito al Profilo Life Cycle, consigliamo la visione del nostro video.
In conclusione, aderire a un fondo pensione negoziale è una scelta strategica per pianificare il proprio futuro e proteggersi anche dagli effetti dell’inflazione, attraverso una gestione previdenziale attenta e consapevole.
Messaggio promozionale riguardante forme pensionistiche complementari – prima dell’adesione leggere la Parte I ‘Le informazioni chiave per l’aderente’ e l’Appendice ‘Informativa sulla sostenibilità’, della Nota informativa.